Oggi 5 anni fa avevano inizio i 7 mesi più movimentati della mia vita. Oggi -non ricordo esattamente a che ora-* sono arrivata a Dresda, città del mio Erasmus. E ieri per una strana coincidenza di eventi ho incontrato quattro delle persone (tre fisicamente e una virtualmente) che hanno condiviso con me quell'arrivo, quei luoghi, quelle feste e quella quotidianità extra-ordinaria. Si, perché tutto in quel periodo è stato fuori dall'ordinario; quel tempo appartiene ad una particolare finestra temporale di cui porteremo sempre con noi "le cicatrici", le risate e le lacrime, mai di tristezza ma soprattutto di spensierata felicità e giusta nostalgia al momento dei saluti.
Sono trascorsi 5 anni ed ognuno di noi è tornato a "l'aeroporto" di partenza. Eppure la distanza geografica e la misura temporale sembrano, ogni volta, piegarsi all'eccezionalità dell'evento modificando il reale in una forma straordinaria, sconosciuta probabilmente a chi in una realtà del genere non ha avuto la fortuna di vivere.
Io sono la generazione Erasmus, io porto dentro la virtù europea. La convivenza con l'altro, la pacifica accettazione delle differenze che si riducono ad una comprensione a-linguistica. Perché siamo giovani umani alla ricerca di noi stessi con l'altro, qualsiasi lingua parli, di qualsiasi colore abbia la pelle o in qualsiasi modo intenda indossare i sandali (con calzini e non).
Durante quei sette mesi ho scritto un blog; non l'ho mai veramente riletto interamente. Solo qualche occhiata ai titoli, alle foto. Ogni post scritto non sono sicura d'averlo riletto prima della pubblicazione (proprio come la tesi). Forse presto lo rileggerò, visto che potrò ricominciare a dedicarmi alle mie letture. Il programma di studio lo scelgo io dal 18 in poi...
*lo ricordo, solo perché l'ho riletto nel secondo post del mio diario:
ore 21.11 del 15/03/12, il taxi suona Lemon Tree." la casualità mi ha portata qua, con che precisione."
L'ho capito che nulla è definitivo e sono cosciente d'essere il fiume. Ma ogni tanto vorrei che si fermasse, solo per un istante, per riconoscerne la forma e il segreto della sua bellezza.
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