Ero di sotto. Mio padre seduto sul divano e mia madre seduta allo scrittoio. Mentre alla tv Mentana approfondisce la questione romana (questione che esiste da tanto tempo, altro che Raggi) ed io sono attenta ad ascoltare, capire, ragionare (etc. etc.) il fatto che mia Madre sia seduta allo scrittoio mi colpisce.
Mi colpisce non perché sieda allo scrittoio in maniera particolare o perché sia illuminata da una luce fredda; mi colpisce perché è particolare cosa sta facendo allo scrittoio [...]
Ho sempre pensato che scrivere questo blog fosse un modo per costruire un ponte, un legame con chi non è presente, con chi è lontano. Eppure ciò che sta facendo è aver aperto il suo macbook, aver avviato un motore di ricerca ed aver aperto questa pagina per leggere cosa c'è di nuovo ed ascoltare una canzone che le piace tanto. La felicità è una somma di piccole cose. Queste piccole cose mi hanno resa felice, perché mi ha sorpresa, perché ora che sono presente mai avrei creduto che mia madre (e mio padre che lo ha fatto ma non in mia presenza) avrebbe aperto questa pagina e letto cosa frulla nella mia mente (letteralmente frulla - fa pure rumore. I presenti ai miei stand-by possono confermare) . Perché anche se sono presente ci sono cose che scrivo e penso quando sono da sola. E quindi questo pensiero mi porta a scrivere che anche se non siamo lontani, lo siamo lo stesso. C'è sempre bisogno di scrivere per accorciare "alcune distanze", anche se non siamo lontani, perché scrivi riflettendo da solo con te stesso per comunicare qualcosa che non riesci a dire a chi ti siede affianco. Io scrivo perché certe cose vanno scritte; perché se non le scrivessi ma le pronunciassi rischierei che qualcuno non mi ascolti e ciò sarebbe un gran peccato (per me, per te. Per questo mi rammarico molto quando non ascolto. Anche quando mi chiedono di prendere il sale. Forse in quel caso posso affermare di non aver sentito. Dopotutto il sale non lo uso, perché dovrei passartelo se sta dall'altra parte del tavolo. Questa parentesi rimarrà una parentesi aperta, un pò come le orecchie o le frontiere. Speriamo rimangano aperte entrambe, altrimenti...
«Quando sono triste? Leggo Dante.» cit. Paolo Poli
Comments