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Telecamere, begli avvoltoi



Oggi ho un obiettivo. Usare la memoria, non riempirla. Oggi la memoria la uso per rivivere una notte, ascoltare oltre le note, imparare dalla spiritualità di vocalizzazioni che non capisco, ma sento e quindi comprendo come se usassero la mia lingua. La gratitudine all'artista, agli artisti che ancora sanno «esprimere la bellezza».

Ieri sera ho affrontato il mio primo contatto con Roma e i romani, escludendo i miei genitori e l'incontro ravvicinato del terzo tipo con il mio professore. Sono fortunata perché ho scelto la serata giusta, le persone giuste e la giacca giusta. Ho imparato a dosare l'affermazione "ho freddo" da quando l'ascolto e la pronuncio nel contesto appropriato. Essere scambiata per un'altra è ormai diventata una questione di principio. Non mi sento me stessa se non per negazione rispetto a chi mi paragonano. È una vicenda buffa ma è proprio questa la storia con cui si è aperto il mio dialogo con i romani. Anzi no, prima ho chiesto ad un signore la questione strisce blu. Quel blu magico che sull'asfalto fa effetto vedo-non-vedo per rendere più divertente il gioco del parcheggio. Ieri è stata anche la passeggiata numero uno del 2017 tra alcune delle antiche bellezze del centro e la bellezza dell'amicizia che mi ha accompagnato in questo breve percorso. Ieri la mia città mi ha persino sorpreso... stupefatto per l'esattezza. Abitando non esattamente a portata dei mezzi pubblici, come ogni sera la mia uscita è stata accompagnata dalla 500-cavallo bianco verso il centro. Ma questa volta fino ad un certo punto; un altro punto rispetto a quello a cui ero abituata e a cui mi stavo dirigendo come i somari. Essendo il luogo del mio appuntamento Piazza della Repubblica, come ogni sera credevo di poter arrivare in piazza per poi cercare parcheggio. Ed invece -frenata a secco- Mi sono fermata giusto in tempo per evitare la catastrofica multa del rientro in città/sabato sera/ hanno cambiato tutto e non lo sapevo. Le telecamere, questa volta begli avvoltoi, sorvegliano l'accesso alla zona a traffico limitato che ora ha confini molto diversi da quelli prima della mia partenza. Nonostante la tachicardia della frenata e conseguente retromarcia che solo a roma è "concesso" fare come l'ho fatta io, questa cosa mi ha fatto piacere. La città mi ha obbligato a mollare la macchina ampliando il raggio d'interdizione. Preserviamo il bianco dei nostri restauri, preserviamo la bellezza dal "miracolo del XIX secolo" che si è trasformato oggi in un danno per noi e per l'ambiente. Insomma, quando sei in "ritardo" come me una cosa simile ti sembra una tragedia, poi ripensandoci bisogna sempre ricordarsi a che ora è l'appuntamento e il ritardo cronico che la città ci fa fare volenti o nolenti. Quindi tutto in ordine (e niente apposto).

Come sospettavo però mi sono mancate le persone e non i luoghi. La fontana di Trevi è stupefacente, ma lo sono molto di più le persone con cui ci sono passata davanti. Il "cornettaro" della mezzanotte mi è mancato anche se non mangio dolci di notte ma mai tanto quanto le persone con cui condivido quel cornetto anche se non mi va.

Evviva la pizza e viva la piazza. Mi godo la compagnia e così via !

ps: nuova carta d'identità in arrivo. Faccia da cavolo, anche questa volta una certezza.



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