10 gambe d'estrogeni e 2 di testosterone
- Eva Addante

- 15 nov 2016
- Tempo di lettura: 4 min

Il delirio della scorsa settimana si è trasformato in delirio positivo solo sabato dopo le 12 (ma questa è un'altra storia che voglio raccontare alla fine, solo perché interpreto la sinusoide a partire dalla sua tendenza più bassa.)
...è iniziato tutto mercoledì pomeriggio quando intrattenendo una conversazione con i miei genitori su Facetime, come spesso è capitato è caduta la linea. Una volta succede di rito, quindi ho richiamato e la conversazione è continuata. Ma per poco; la "ricaduta" è stata fatale. Con un grosso sospiro ci siamo fatti forza e abbiamo chiesto "ad una certa" alla vicina come mai il W-lan non funzionasse-perché si, fino a mercoledì 9 abbiamo condiviso il wifi con la vicina-. La figlia, in compagnia del compagno della madre in tenuta da imbianchino, ci ha risposto candidamente che il problema sarebbe stato passeggero e che comunque da li a poco non ci sarebbero stati più problemi perché il contratto sarebbe terminato in conseguenza del trasloco. La notizia ci ha colti particolarmente in contropiede. Ovviamente detto con così poco preavviso non ci è stato d'aiuto dal punto di vista pratico avendo bisogno della connessione per lavorare. Fino a venerdì abbiamo vissuto una vita senza wifi o meglio a caccia di connessioni che potessero aiutarci a sbrigare le incombenze più importanti. Se non ci fosse servito per lavorare probabilmente avremmo vissuto quei tre giorni in maniera molto più rilassata, e invece no.. Con l'intenzione di sistemare l'inconveniente, su consiglio della nostra dolce Katja, ci siamo spinti verso la conoscenza dei vicini per proporre una soluzione rapida ed indolore che ci permettesse d'arrivare alla fine della nostra permanenza qui (solo 2 mesi ancora, ahimè) con una connessione nuovamente condivisa (essendo ormai troppo tardi per sottoscrivere un qualsiasi contratto che avesse senso). Come di regola, i vicini che ti abitano "vicino" sono i peggiori.. "Non conosci il tuo vicino fino a quando non c'è un problema". Noi siamo all'ultimo piano e ovviamente chi si è dimostrato il miglior vicino di sempre (??) La famiglia del primo piano, che non solo ci ha accolto come dei vecchi amici, ma ci ha offerto un calice di vino e ci ha immediatamente fornito la password del wifi, senza alcun problema (anzi!) Questa famiglia ci è stata indicata dal secondo migliore vicino di tutti i tempi che poi si è rivelato essere venerdì sera colui che ci ha risolto definitivamente la questione condividendo il suo wifi con noi. Non è stato necessario utilizzare -più di tanto- la nostra capacità fieramente italiana di problem solver.
Raccontata così non rende molto l'effettiva difficoltà con cui ci siamo confrontati, di quante sensazioni ed impressioni positive e negative questa vicenda ha contribuito a farci provare.
La solidarietà, dopotutto ha prevalso. L'inconveniente ha oscurato la mia mente e la mia fiducia nell'altro. È stato un momento importante per riflettere e ricercare la lucidità interiore sufficiente a tenere sotto controllo il rumore del negativo.
INSOMMA, lo scenario principale è stato reso ancora "più divertente e avvincente" da qualche incombenza o difficoltà passeggera; tipo il lavoro, il vaccino, la visita di una nuova casa, 0° all'esterno, la tassa della tv e la porta dello sgabuzzino bloccata dall'asse da stiro... questa è stata la ciliegina sulla torta che ci ha messo KO (una sorta di SAW l'enigmista meno cruento ma ugualmente diabolico).
Dopo di ciò mi sono convinta -perché convincersi è il segreto- che solo cose positive ci sarebbero potute accadere.
E di fatto con un appuntamento precisamente casuale sono arrivate a Pankow le 4 figure femminili che umanamente chiamo Flavia, Giulia, Marta e Maria Stella. Sono stati 3 giorni intensi pieni di passi. Dopo aver allestito un accampamento d'amicizia in salone, abbiamo vissuto insieme la città dei miei sogni fatta di gru, silenzio e bellezze (poche ma sufficienti).
Ora che faccio mente locale, non so, ma ho proprio l'impressione d'essermi sognata tutto. Perché infatti nei miei ricordi si vede il cielo azzurro, sempre azzurro durante tutti e tre i giorni, neanche una nuvola all'orizzonte e il che è particolarmente bizzarro per essere il cielo sopra Berlino. Faceva freddo anche nel sogno, ma la ragione probabilmente è perché il piede era finito fuori dal piumone. Il sogno è durato tanto, poco più di un weekend. Fenomenale: ho sentito sotto la pelle che esserci, condividere, ridere e sorridere sono le cose importanti!
Sarei voluta rimanere in quel sogno, ma la sveglia ha suonato. Il sipario si è chiuso e non sono riuscita a chiedere il bis. Lo posso chiedere ora? Rivorrei quel sogno, con lo stesso sole, possibilmente con meno freddo e senza l'incombenza della tesi e dei doveri.
È stato bello condividere il tetto e quindi l'unico bagno di casa, l'ascensore col suo filo diretto con l'assistenza che risponde davvero, il negozio di scarpe fuori dalla porta, la pasta col pesto e i pinoli senza considerare il cous-cous che è ancora più buono quando ci si sveglia alle 5 e a l'una si ha una fame nera, i Brezel che -dove-cavolo-stanno-quando-hai-Tu-hai-fame??, il naso colante, il termosifone spento di sabato sera, le trecce al cardio palma, le migliori ispirazioni al cazzeggio dentro i mezzi pubblici, il Glühwein che fortunatamente a Berlino lo fanno buono (mica come a Budapest!), la ricerca del Wifi e le indicazione di Federico che ne sa più di una guida. Ora scrivo a voi e al vostro inesauribile calore italiano, grazie per avere "invaso" il mio sogno. Credo d'aver condiviso con voi l'anteprima della città dove mi piacerebbe spendere i prossimi anni. Ci rivediamo presto, sempre su questo palcoscenico, per un nuovo accampamento e per insegnare ai tedeschi come si parla- sui mezzi pubblici.
In ultima battuta, la mia prima volta al Reichstag. Mi sono commossa. Che invidia. Lo abbiamo visitato casualmente il giorno del Volkstrauertag, cioè il giorno di commemorazione per i caduti delle due guerre mondiali e per le vittime del Nazionalsocialismo. L'atmosfera già rarefatta per via del sole, è stata resa sacra da un canto che alcuni visitatori hanno intonato. Ognuno da un punto diverso della cupola ha riempito lo spazio. È stato incredibile ascoltarlo. È stato brutto essere stranieri; è stata intensa l'ammirazione che ho provato per quella sensazione d'unità.
Ora, Italien vs. Deutschland. Unico dei pochi momenti d'unità nazionale italiana (insieme all'allarme terremoto). Loro ci invidiano Italia-Germania 4 a 3 e il sole.. sono fatti (a voi interpretarlo come verbo o come sostantivo).














































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