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12/09/17



Siedo al tavolo della cucina a piedi nudi.

L'odore del pane che cuoce nel forno è inebriante.

Ho le mani ancora piene dell'impasto. Non riesco a toglierlo del tutto e quindi imparo a conviverci. Anche se ciò sporca la tastiera del computer. Non potevo aspettare un minuto in più scrivere. Neanche se avessi appena messo lo smalto. Se aspetto un altro pò, questo blog inizia a piangere.

O io inizio a piangere, come quella domenica sotto il cielo di Berlino ascoltando gli AnnenMayKantereit. È stato più forte di me. "Du bist zu Hause für immer und mich." Quel momento indescrivibile in cui tutto si allinea. E il sole trova la strada per uscire dalle nuvole; e le parole cantate sono quelle giuste per esultare del momento. Scusate, è stato tutto troppo bello. Qualsiasi descrizione tenti non riuscirà a dare giustizia a quel momento.

La musica dal vivo ti regala certi di quei momenti.. li senti sotto la pelle. Non lo dimenticherò più. Mentre dimenticherò facilmente la negligenza dell'organizzazione di sabato notte. Sarebbe potuta andare molto male, ma fortunatamente siamo arrivati a domenica. E domenica è giunta per essere ricordata. Per quel momento, per i Foo Fighters, per aver cantato a squarciagola -finalmente- tutte le canzoni ascoltate a volume troppo basso. Persino domenica sera i decibel non sembravano mai abbastanza. È stato uno spettacolo stupefacente. A partire da noi due. Mirato il Posto, non lo abbiamo più lasciato, finché la chitarra non ha suonato la sua ultima nota. Peccato che quella nota sia arrivata troppo presto.. solo 2 ore e 15 minuti dopo. Avremmo potuto continuare per tutta la notte. E invece al secondo palco ci stavano attendendo i The xx per iniziare e portarci verso la fine.

La fine di un festival è sollevante per la schiena e le gambe, ma non per il cuore che rimane tra un palco e l'altro continuando a battere alritmo delle band che scegli come autori della tua vita, di pomeriggi con gli amici e nottate a piangere con la faccia immersa nel cuscino.

Attendevo da tanto il weekend appena passato. Ed ora che è passato, sono piena della vita che mi ha portato, della leggerezza che mi ha fatto sentire, della musica che continuerò ad ascoltare e a cantare da oggi sempre più forte.

Sabato notte, come precedentemente detto, è stata una notte difficile. Sorvolando la negatività di cui purtroppo gli organizzatori del Lollapalooza sono responsabili, voglio raccontare della positività di cui tre persone sono state protagoniste. Due di loro connazionali, che camminando con noi hanno alleviato con la loro compagnia la stanchezza e l'arrabbiatura. Siamo stati gli uni la spalla degli altri e come ci siamo incontrati ci siamo salutati due ore dopo, accettando la casualità inesorabilmente attraente della vita. Il terzo lo chiamerò "soggetto" che ha portato la musica anche dentro la S-bahn. Sembravamo un quadro cubista dentro a quel vagone. Il che potrebbe spiegare il mio mal di schiena. E il soggetto, là, con il sorriso stampato in faccia come se fosse il sabato sera più bello dell'anno, con un boccale da 1 L di birra in una mano e un altoparlante wireless nell'altra. E musica, musica altissima, musica dance, Lady Marmalade, etc. etc. etc. È stato comico; sottovuoto in un vagone verso Berlino pieno di musica e gente che nonostante le difficoltà, canta. La musica fa volare. Il tempo soprattutto.

Anche ora che ascolto Alle nix konkretes, il timer gioca il ruolo del metronomo. E sono passati altri 30 minuti. 

Il pane è a metà della cottura e l'album è giunto ad un punto in cui le parole cantate mi portano altrove. Il tedesco può essere musicale. Moltissimo.

[Pausa]

Il pane è cotto. Ed io sempre scalza con i piedi che penzolano dallo sgabello.

Le foto del weekend sono belle. Lo suppongo perché belli sono i ricordi. Ancora non le ho volute scaricare. Ancora non sono pronta ad accettare che sia passato. Lascio sedimentare i ricordi e le sensazioni prima di vederle catturate in foto. Per ora porto avanti il countdown a sabato. Perché sabato vado in vacanza. La vacanza più attesa da 2 anni perché da 2 anni non sono in vacanza. Due anni tirati, rapidi. Una sinfonia impetuosa, un cosmo di bellezza e difficoltà.

...

Che poi dal 17 Agosto ne sono successe delle belle. Ho studiato tedesco fortissimo, ho incontrato un sacco di "gente" (lavorativamente parlando). Ho visitato tre musei bellissimi, ho intrattenuto delle bellissime giornate con i "visitatori" e camminato senza sosta per mostrare questa città dalla strana bellezza. Ho mangiato le tapas, ho scoperto rap tedesco durante il party dei 30 anni/di fine estate della mia amica tedesca. Ho fatto TRX e incontrato un persona che mi ha cambiato durante il cammino. Ho visto dal vivo il Der Mönch am Meer di Caspar David Friedrich. Ho visitato il Reichstag al tramonto (quello giusto). Ho pianto ed ho riso fino a sentire dolore alle guance. Un altro mese è passato e un altro mese posso dire d'aver vissuto. Perché non ha lo stesso significato di «aver vissuto un mese»...

Ora però guardo il Keynote al Steve Jobs Theater.

«One more thing...»




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