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Bisogno di Gravità

13 Dicembre 2017 L'attesa è sempre l'attesa. I mesi sono passati, ma senza che me ne rendessi conto. Ragionare per settimane è molto utile, ma riduce inesorabilmente il tempo che ti separa da un momento A ad un momento B. Domani è il 14 e torneremo in Italia. Ma La Sorpresa preparata ai miei genitori non rende gioco facile alla mia mente. Le parole possono tradirmi. Soprattutto se nero su bianco questo periodo avessi scritto qualcosa.. perché sono onesta e tenere un segreto è molto difficile. La lingua mi ha tradito 1 volta; da quel momento non corro rischi. Meno si parla e meglio è. In attesa di domani, una chiamata è quello che serve per capire a che ora "consegnare il pacco".

14 Dicembre 2017 Atterrati insieme a Nespoli "sulla terra".

17 Dicembre 2017 La Sorpresa -titolo semplice ed essenziale- è sfilata via rapidamente. Talmente alta l'aspettativa e tanta l'attesa, è durata come un giro sulle Montagne Russe. Un giro si consuma velocissimo, ma il bigliettaio ha finito le corse. E quello che ci resta è il ricordo del successo, è il ricordo della felicità; è il ricordo della SORPRESA. La mia sorpresa è stata vedere la reazione, è vedere la bella e naturale accoglienza di un regalo, di uno stravolgimento minimo di programmi. È la reazione stupefacente ad un regalo insospettabile, dal valore inestimabile, dal tempo limitato ma vissuto pienamente. Ieri sera, durante la nostra personale vigilia di Natale non abbiamo scattato inutili selfie, autoritratti o autoscatti perché quando si vive il piacere di stare insieme, come dentro al cerchio di Giotto, non si riesce a misurare la bellezza. Uno stato di quiete non fotografabile. E dunque la domanda ci è sorta spontanea all'indomani del gioioso rendez-vous; se ieri il piacere di stare insieme ha vinto l'istintiva azione che blocca il momento per l'eternità, le volte che siamo insieme e scattiamo una foto, viviamo meno intensamente l'attimo contingente nel pensare ora di conservarlo per dopo? Come tutti i miei pensieri, creo garbugli in cui spero di rimanere annodata da sola. La sospensione di una domanda è sicuramente più piacevole di un sospensione data da una risposta, ma sicuramente meno gradevole di una risposta definitiva, priva di ulteriore dubbio. Eppure quelle risposte non le conosco, altresì conosco e produco quel tipo di domanda e risposta che lasciano volare il palloncino in uno stato di perfetto equilibrio tra la sua pressione interna e quella esterna. Ogni nodo è un equilibrio, afferma una tecnica di costruzioni. «Tale metodo si basa» cito «sulla considerazione che una struttura reticolare isostatica, soggetta per ipotesi a forze applicate ai nodi, è in equilibrio se è in equilibrio ogni suo nodo.» Io credo che tale definizione si applichi perfettamente all'essere umano. D'altronde il nostro braccio teso è un perfetto esempio di struttura isostatica spaziale ed i nodi con cui ognuno di noi si lega a questa vita sono legamenti.Stiamo insieme quando ci stiamo e quando non siamo più presenti gli uni agli altri avremo il ricordo dello scambio onesto e temporaneo.Accettazione della nostra finitezza che ci unisce nel concreto sentimento di vita.

19 Dicembre 2017 La Sorpresa (quindi da scoprire) sta per chiamare il sipario. Come al solito i sentimenti contrastano come la luce e l'ombra in un quadro di Caravaggio. Se per questo motivo mi commuovo? Certo. Ho le lacrime come la prima volta. Forse oggi più di prima perché la consapevolezza aumenta. Mi sento come il mantice della fisarmonica: il cuore dello strumento azionato dall'esecutore per ottenere l'espressione. In un continuo apri e chiudi, andata e ritorno, il movimento è lineare. Con semplicità e naturalezza di un battito cardiaco le ance vibrano e il suono è gradevole, talvolta eterogeneo intento nella creazione di un sentimento mutevole e cangiante. 20 Dicembre 2017

​​Ieri è stato ed oggi è. Il tempo insieme passa e finisce così com'è iniziato.Saluto casa e ritorno all'altra con  commozione e dispiacere. Il secondo tedesco Natale si prepara all'orizzonte..

Ore 22.22

A metà viaggio la voglia di scrivere ritorna, prepotente. 

Gli occhi bruciano. Le infinte volte che ho detto di volermene andare ora si riducono ad una lacrima che solca la mia guancia e racchiude tutto: rabbia, felicità, passione e desolazione. Denuncia l’ambivalenza del tempo che vivo. Se potessi sceglierei di andare e restare. Ma il bianco e nero del foglio come quello cinematografico non rappresentano affatto la vita. La vita è grigio, è la pausa, è la mediazione, è l’equilibrio instabile dentro cui l’intero esserci si riduce ad essere.

Tra le nuvole, il pensiero va (o Va Pensiero) ma non sto cantando. Ascolto il cuore e lo lascio desiderare il ritorno. Di quale ritorno sto parlando? Onestamente non lo so più. Per noi tornare ora ha doppia destinazione. D’altronde con la doppia ora ho iniziato a scrivere e dove mi avrebbero portato le parole era chiaro si dal principio (o così sarebbe dovuto essere). Ha ragione mia madre nel dire che ognuno “sceglie” di seguire la strada già scritta, la propria. La mia via reca tanto dispiacere come tanta gioia. E forse spetta a me scegliere di proseguire su un cammino meno turbolento. Scusa Papà. Scusa Mamma. Le montagne russe prima ti attirano e poi ti fanno vomitare. 

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