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Come dire..

  • Immagine del redattore: Eva Addante
    Eva Addante
  • 6 nov 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Come dire, non sono le parole a mancarmi, ma il tempo per scriverle. Ogni giornata mi concede tantissimi spunti. Poi il momento passa e il pensiero sfugge. Ora, tra la preparazione della cena e il sabato sera, mi concedo un attimo per sedermi di fronte alla tastiera. Ogni giorno siedo di fronte a questi tasti per lavorare, per mandare messaggi, per ricercare informazioni e scrivere quella maledetta tesi. Eppure ora è tutto diverso. La combinazione delle lettere è più fluida. Senza fatica, lascio scorrere la mente sul bianco della pagina. Ho bisogno di questo tempo, anche se gli occhi desidererebbero solo guardare al buio della notte. Ed è quello che faranno.


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È stata una settimana farcita di tanti sapori. Giornate illuminate e illuminanti. Giovedì per esempio: è stato un giorno freddo ma soleggiato. Forse proprio per colpa del sole è stato più freddo (?) Ho scritto la tesi in una caffetteria in centro. La caffetteria EINSTEIN. Come durante la stesura della tesi triennale, zaino in spalla e libri alla mano, trovo molta più facilità ad adattare luoghi desueti alla mia mansione piuttosto che svolgerla nei luoghi predisposti. Per esempio c'è una biblioteca in centro, che secondo alcuni studenti tedeschi è un luogo predisposto a tutto tranne che ad essere una biblioteca. Io mi ci trovo benissimo (conseguenza perfettamente in linea con il discorso precedente). Ad ogni modo, subito dopo con Federico mi sono trasferita in un altro caffè;il Caffè della Peppina. Chiaramente ad attirarci dentro è stato il prezzo dell'espresso. È stato sorprendente vedere la variazione di prezzo immotivata da un lato all'altro della strada. Finalmente aver letto "ESPRESSO 1€" sulla lavagna del delizioso barretto ci ha provocato un sorriso. Abbiamo trovato contemporaneamente un pezzetto d'Italia e un BAR tanto piccino quanto di gustosa importanza.

Le strade intorno a Frankfurter Allee ci stanno riservando molte sorprese; rimaniamo con gli occhi aperti perché il nostro destino possa incrociarle di nuovo.



Questa settimana ho capito una cosa importantissima. Non riesco a soffocare una risata dopo aver discusso con qualcuno. È un istinto irrefrenabile; non riesco più a mantenere il punto. Come se all'improvviso mi rendessi conto che non ne vale la pena. Tutte le energie negative accumulate poco prima svaniscono con un'ondata di gioia. Una risata rimette in ordine le parole che un secondo prima sono state sparse rumorosamente per la stanza. Come in Inside Out, il banco comandi nella mia mente si fa sempre più complesso. Gioia-Rabbia-Tristezza-Paura-Disgusto stanno compiendo un lavoro incredibile. Fuori piove e le pozzanghere sono motivo di nostalgia. Prossimo acquisto un paio di stivali di gomma, così posso essere la bambina che non ascolta l'adulta che si preoccupa di fare la lavatrice.


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Erri De Luca ha scritto "Crescere comportava un precipizio di effetti sconosciuti.” 

Questi effetti -per ora- mi piacciono. Le prime difficoltà delle vita sono esperienze stupefacenti.

Anche se ti ribaltano, ad un certo punto sai che dove stai guardando è l'alto.



 
 
 

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