Dannazione i finali aperti
- Eva Addante

- 20 ott 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 24 giu 2018
Come una donna taglia i capelli per dare una svolta,
io ho deciso di dare "un nuovo taglio" al mio blog.
Da bruco a farfalla, inauguro subito il volo...

Quando finisco di vedere un film e mi rendo conto che il finale è aperto, mi chiedo sempre qual'è stata l'ultima parola pronunciata e soprattutto da quale personaggio. Ma per non interrompere il magico momento d'insoddisfazione e incertezza, non riavvolgo il nastro, non torno indietro per riascoltare ciò che non ricordo. La scena è avvenuta e come nella vita non si può tornare al secondo precedente, questo tipo di finale mi fa avvertire la fugacità della vita e la distrazione con cui la viviamo. Mi piace questa sensazione. È la sensazione che giunge nell'attimo di silenzio successivo alla fine di un discorso che una persona ti sta facendo, ma che tu altrettanto attentamente stavi ignorando (non è cattiveria, è solo che la mente va).
E ciò che ti ha appena rivelato potrebbe essere una confidenza e una lamentela, ma tu non lo sai. Non esiste telecomando al mondo che possa riavvolgere le ultime frasi che ha pronunciato. E quindi alcune storie mi piace viverle così. Il momento in cui ti distrai è il momento in cui finisce. E mi domando: la distrazione è ciò a cui il film desiderava portarmi? D'altronde leggete come e cosa scrivo. È colpa del film (non di Alfredo) se scrivo come sto scrivendo. Sono in una dimensione sognante, fluttuante tra candele e champagne.
Poi arrivata, non senza difficoltà, alla meta non precisata ma comunque conquistata. E terminare la giornata osservando una persona improvvisamente rapita da un volto. Quella è la mia persona. È una scena girata per un unico spettatore.Fuori è buio e la poesia della sera è in atto. Sono stanca e serena. Oggi ho camminato per il centro della città, non per diletto ma per dovere. Ho camminato sentendo il privilegio della mia posizione. La bella sensazione che uno straniero prova camminando a Roma tra Piazza del Popolo e Piazza di Spagna. Il fatto è che io non sono ammaliata dai monumenti o dallo scorcio in via dei Greci. Sono beata da un'atmosfera. C'era aria fredda intorno a me, eppure ho avuto caldo. Un caldo innaturale vista la temperatura della città; probabilmente è questo fatto che non mi fa sentire la mancanza del sole italiano. Il calore assente -per fortuna- all'esterno, lo conservo dentro. (Ho interiorizzato più energia positiva di quanto credessi)
Ad ogni modo sono arrivata alla meta non programmata ed al termine della giornata ho avuto la bonne chance d'osservare una persona essere improvvisamente colpita da un volto. Quella era la mia persona. Ho assistito ad una scena per un solo spettatore. È stata una bella scena. È una bella sensazione essere la spettatrice di questa vita.
Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo ed un giorno ci azzeccherai.














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