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il quattordici

  • Immagine del redattore: Eva Addante
    Eva Addante
  • 15 feb 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Io questo quattordici febbraio l'ho vissuto in modo diverso.

Perché mi piace la diversità in tutta la sua convinzione, esposizione ed immensità.

E quindi il quattordici, ieri, non ho badato che fosse il quattordici di Febbraio.

Io il quattordici sera sono andata a cena fuori perché non avevo voglia di cucinare. Anche perché dovevo festeggiare: una serata importante. Una sera prima dell'inizio. Simile alla notte prima degli esami, ma ancora una volta diversa. Nuova. La sera prima del primo giorno di lavoro. Quello fatto di 5 giorni su 7. Quello di colleghi che non hanno più di 40 anni. Nuovi impegni e nuove responsabilità. Otto ore di un pò in piedi e un pò seduti. Quello che ho desiderato ed ora ottenuto. Un qualcosa di nuovo, in cui riconosco le mie peculiarità e che ora mi offre quel panorama di lancio-slancio per iniziare una quotidiana realizzazione.

Penso al lavoro come al "gioco del Lavoro". Alle regole del gioco non ci si sottrae, ma le si dibatte. E quindi, sono d'accordo che duri dal lunedì al venerdì... ma possibile che tutti i giorni si deve arrivare allo stesso orario? Piccoli permessi per grandi giocatori.

E la creatività sta proprio nel giocare al meglio delle proprie capacità. Giocare pulito ma al massimo. Così il gioco è più divertente.

Io il quattordici -diciamola tutta- sono andata a cena con Federico in un posto "magico" per controllare che nessuno -e dicono nessuno- pagasse il conto separato.

Nessuno mi ha deluso.

Io, sempre il quattordici, ho mangiato la zuppa di Udon vegana più buona del mondo.

Forse è stata la più buona del mondo perché è stata una serata particolare.

Un fritto misto di emozioni che ha generato qualche lacrima.

Tutta colpa del peperoncino.

La gioia di crescere esplode in queste conquiste.

Ora l'importante è ricordarsi di giocare al gioco a cui giocano.

Io non vorrei, ma voglio giocare.

Il dado è tratto. Gioco.

​​


PS: e comunque sono quattro anni. E le nostre coordinate coincidono nel cuore.


🇬🇧

I lived the 14th of February differently.

Because I like diversity in all its conviction, exposure and immensity.

And so the 14th, yesterday, I didn't actually notice that it was February, THE 14th!

Yesterday night I went out for dinner because I didn't wanna cook. Also because I had to celebrate an important evening. The evening before the start. Similar to the night before the exams, but again different. New. The evening before the first day of work. That thing, 5 days a week. With colleagues who are not older than 40. New commitments and new responsibilities. Eight hours of a little standing and a little seated. What I wanted and now obtained. Something new, in which I recognize my peculiarities and now offers me that panorama to jump and start a daily realization.

I think of work as a "game". You can't remove the rules, but you can discuss them. So, I agree that it lasts from Monday to Friday ... but is it possible to arrive every day not at the same hour? Small choices for big players.

And creativity lies precisely in playing to the best of one's abilities. Risk one's all. So while playing you have more fun.

Always yesterday I went to dinner with Federico in a "magical" place to check that nobody -NOBODY- dared to pay a separate bill.

Nobody disappointed me.

I, always the 14th, ate the best vegan Udon soup in the world.

Perhaps it was the best in the world because it was a special evening (?)

A mixed fry of emotions that has generated some tears.

Chili's fault !

The joy of growing explodes in these conquests.

Now the important thing is to remember to play the game they play.

I would not, but I want to play.

The die is cast. Let's play.

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