Tra settembre e novembre, andando a lavoro in bicicletta, capivo d’essere in orario grazie al signore col cappotto rosso. Ho sempre voluto scrivere del signore col cappotto rosso. Ed ora è arrivato il momento.Tutte le mattine -intorno alle 08:55, 08:56- il mio sguardo lo ritrovava sul marciapiede sinistro, intento a svoltare l’angolo per andare a svolgere con ferma dedizione il suo compito. Precisamente per caso, ci siamo incontrati con regolarità, per diversi giorni; fino a quando, con mia grande sorpresa, un giorno mi ha dato buca. Ed ha iniziato a „non presentarsi“ anche i giorni successivi. Per un momento ho perso le coordinate. Come l'orologio del campanile, è stato la campanella scolastica, è stato il segnale del Truman Show, è stato il direttore d'orchestra che ti da il tempo. Ci siamo salutati virtualmente un giovedì mattina, quando in ritardo ho visto solo la coda del suo cappotto e nulla più.Con le prime temperature sotto lo zero, non ho mollato le due ruote. Quando persino la bicicletta credeva di non dover uscire, mi ha accompagnato nei 5 minuti più frizzanti della giornata. Poi però, come ho scritto, la febbre mi ha costretta a letto e di conseguenza con i segni della battaglia ancora evidenti su gola e naso ho lasciato in pace l’adorata city bike per utilizzare il mezzo di trasporto autonomo: gambe e piedi. Ti dirò; è stato piacevole ritornare a camminare. E con grande sorpresa: nuovo momento Truman. Regolarmente da una settimana alle 08:58 una berlina Audi azzurra esce dal Majakowskiring mentre io, appena attraversato la strada svolto l'angolo in direzione opposta al senso stradale. In queste mattine grigie, le mie lancette sono più vivide: a colpi di colore inizio la giornata. Non sono mai vissuta così vicina al luogo di un impegno. Probabilmente se avessi cercato questa casa di proposito non l'avrei trovata. E invece la casualità ci ha premiato. Per la bellezza del luogo e per la sveglia stile dormo-fino-all-ultimo-secondo.
Insomma, non sono mai andata a piedi in nessuno dei luoghi in cui dovevo andare. Solo dal dottore, dall'estetista e verso l'infinito e oltre ovviamente. Persino per il piccolo lavoro in biblioteca dovevo utilizzare un metto di trasporto non ecologico. È stato l'unico: per tutti gli altri ho sfruttato i „potentissimi“ mezzi della capitale. Ad ogni modo, a gennaio non mi mancherà tutto ciò; il pensiero che ad aprile ci rivedremo sugli stessi schermi placa il mio animo da qualsiasi tipo di nostalgia. Questa volta la nostalgia rimane nel cassetto insieme ai gioielli.
Nascosta.
Oggi, per caso, ho trovato il mio personalissimo regalo di Natale: una bilancia. Semplice, analogica, come piace a me; solo a me visto che per mesi ho trovato solo maledettissime bilance digitali. Perché digitali?? Quel margine d'errore e fantasia che solo la bilancia di plastica può assicurarti, con la digitale è evitato, cancellato, estirpato. È terribile (!); mi piace il pensiero di uno sbaglio controllato. Quel pizzico di follia come quando sali su un tram senza aver controllato la direzione. Tanto scendi alla prossima..
Tra un mese sarò seduta ad un'altra scrivania.
Tra un mese tornerò ad occupare un altro ultimo piano. Il cielo sopra la mia testa sarà quello romano con tutto ciò che ne consegue. Non posso fare a meno di pensarci già adesso, perché le quattro settimane che mi separano dalle "Vacanze Romane" saranno le più divertenti. Cerco di caricarmi a molla, con tutte le energie che posseggo. Siamo letteralmente sulla coda del 2016; il gatto è finito. Ri-inizia ad accarezzarmi umano!
Fino ad ora, senza lezioni di danza, abbiamo ballato bene insieme.
-Sarà la vicinanza alla scuola di danza-
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