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Medicina Naturale

  • Immagine del redattore: Eva Addante
    Eva Addante
  • 19 nov 2016
  • Tempo di lettura: 2 min


Per scriverne ho avuto bisogno di una settimana per eleborare l'ultimo più bel live della mia vita. Si-Signore; ad essere corretta il più interiore, il più motivante, il più spiritualmente importante in un momento in cui le energie positive stavano scarseggiando, E poi metti una notte a Berlino, il lento correre del tram sulle rotaie verso il profondo est dove il silenzio dei lampioni gialli illuminano un percorso sterrato che costeggia un casermone fatto di mattoni e ti porta fino dentro la tana del coniglio bianco.

La sua tana quella notte si è chiamata Funkhaus; un ambiente caldo, alto e pieno di un qualcosa che aspettava di esplodere con l'inizio della musica. Mi sono trovata a condividere un'onda d'energia con circa 200 sconosciuti (199 perché 1 era la mia F). Sembrava che tutti avessimo bisogno di quello che abbiamo ascoltato. Due ore di musica catalizzante; le onde sonore prodotte dal gruppo di musicisti Indiani del the Rajasthan Express, il compositore/musicista Shye Ben Tzur e la mente di Jonny Greenwood, riuniti nel progetto di Junun. La Follia d'amore è stata la mia cura. All you need is love, è mondialmente risaputo. È la medicina che ci dimentichiamo d'assumere, ma insieme allo zenzero io ne assumo una grande dose ogni giorno. Altro che vaccino, altro che medicina tradizionale. La nostra assicurazione sanitaria è la musica. Insomma, seduti -con grande stupore per la fortuna che tutta insieme ci ha colpito- ad un passo dagli artisti, ci siamo uniti a questo grande cerchio. Braccio a braccio con i nostri vicini di scalino, seduti intorno ad un virtuale falò le cui scintille erano le voci dei cantanti sinuose e ancestrali. In centro una grande fiamma completamente blu, la più potente. Ho ricevuto pieno in volto e dentro al cuore l calore degli sguardi dei musicisti, il battito delle percussioni che accelera e accelera fino a farmi perdere il ritmo. Le nostri mani e i nostri corpi si sono mossi seguendo un istinto interiore che non permetteva la pausa. La pausa è stato lasciarsi trasportare da parole di cui con rammarico non ho capito il significato ma delle quali ho raccolto l'insegnamento sonoro e intimo. Sarà stato l'ambiente non convenzionale, sarà stata l'emozione ulteriore di guardare negli occhi uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi... Sono uscita da quella tana accaldata, eccitata e sollevata. Questa è stata la cura spirituale alla settimana catastrofica che Fu. Oltre al sole che le mie amiche mi hanno portato dentro casa, ho ritrovato il mio sole interiore anche grazie a questa esperienza che mai avrei creduto potesse essere una delle esperienze che porterò con me scritta nelle pagine del capitolo di oggi.

 
 
 

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