Scuse a distanza
- Eva Addante

- 3 mag 2018
- Tempo di lettura: 1 min
Scuse a distanza che meriterebbero un'abbraccio.
«Scusa. Le mie sono le scuse di una persona che vive, che lavora, che ancora non sa dov'é, che è lontana in un'altra nazione eppure sente di essere lontana solo di una fermata di bus;
le mie sono scuse che devono imparare a chiudersi in qualche modo. Dopo un'incomprensione, dopo un'insensata alterazione, nel mio paese mentale le scuse non chiudono il misfatto, ma avviano un processo che conduce alla conclusione. Il the end (sempre nel mio mondo) si è sempre chiuso con un abbraccio, una carezza nel sonno che placa il battito, un tocco silenzioso e un'occhiata piena di lacrime.
Una chiusura che sprigiona liberazione da tutta una serie di evoluzioni interiori complesse e complicate da spiegare.
Da lontano tutto questo lo devo adattare. Ho bisogno d'inventare una soluzione per non soffrire.
Trasformazione per necessità.
Oppure no?»
«Scuse accettate.»








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