Un giorno, non ricordo più quale, ho scritto distrattamente qualcosa.
Ho ritrovato queste righe salvate su un documento word, salvato dal pc del lavoro nella mia cartella personale in Drive. Come quando si hanno tante cose per la testa, si fanno azioni che immediatamente si allontanano per arrivare negli angoli più remoti della nostra mente.
Poi circa una settimana fa l'ho ritrovato e riletto. Ci ho riflettuto ed immediatamente ho sentito il dovere renderlo il centro di una nuova iniziativa. Un compito per ritornare ad esprimere quello che penso e vedo e ascolto.
Esprimere, vedere e ascoltare sono la nascita delle relazioni.
Esprimere, raccontando il proprio universo; Vedere, rivelando qualcosa di nuovo; Ascoltare, in maniera attiva dedicando del tempo all'introspezione.
Ci sono periodi in cui non scrivo.
Non scrivo semplicemente perchè vivo ció di cui avrei scritto.
E sono impegnata nel viverlo senza distrazioni.
Senza impegnarmi nel trovare tempo da sottrarre all’esperienza. Alla vita.
Subito dopo, improvvisamente, mi raggiunge (quasi sempre) la necessitá di considerazioni. Di interrompere il moto perpetuo che alimenta i miei giorni e le mie notti cercando di concentrare sui recenti avvenimenti le mie energie e i miei occhi.
Poche foto. A mani libere per la cittá. Sempre lei, quella scelta (52° 31' 12.0288'' N & 13° 24' 17.8344'' E).
Quella nativa non mi manca per il ricordo che ne ho.
E i ricordi sono il desiderio di come la vorrei trovare.
Non lasceró che il ricordo non si riveli realtá. Fino a Natale ho tempo per cambiare. Sicuramente me stessa.
“If I think about where I learned my survival skills, or obtained the lateral thinking to at least pick up these skills on the go, I have to say a big thank you to my parents. A daily routine that saw me make my bed and organise my homework before school, brush my teeth and iron my school uniform, polish my shoes; these small disciplines put me in good stead and continue to keep me moving today.”